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TASSI DI CRESCITA INFERIORI PER LE AZIENDE FAMILIARI

Le aziende familiari sono una parte importante del sistema produttivo italiano. E’ possibile però fare alcune riflessioni su struttura e gestione, in chiave di sviluppo competitivo, di questo modello aziendale.

Un punto critico delle aziende familiari riguarda proprio l’amministrazione e la governance. In Italia, oltre il 28,5% delle imprese familiari con ricavi superiori a 20 milioni di euro è gestito da un amministratore unico (AU), senza la presenza di un consiglio d’amministrazione. L’Osservatorio Aub (Aidaf, Unicredit, Bocconi) ha evidenziato questo aspetto come una debolezza nel sistema aziendale. Il “modello AU” può essere rischioso per varie ragioni.

 

La prima ragione è che tutte le decisioni importanti sono prese da una sola persona, senza il contributo di altri che potrebbero migliorare la qualità delle decisioni. La seconda ragione è che, in caso di problemi di salute o di altro tipo del dirigente principale, non c’è un consiglio di amministrazione a cui fare riferimento per pianificare una successione adeguata.

 

Il modello dell’amministratore unico è meno diffuso nelle grandi aziende

 

La diffusione del modello dell’amministratore unico diminuisce all’aumentare delle dimensioni dell’impresa. Ad esempio, tra le imprese con ricavi compresi tra 20 e 50 milioni di euro, il 34,2% ha un amministratore unico. Questa percentuale diminuisce al crescere delle dimensioni aziendali, scendendo all’8,4% per le imprese con ricavi superiori a 250 milioni di euro. Questo suggerisce che le aziende, man mano che crescono, considerano il modello dell’amministratore unico meno efficace, con poche aziende a mantenere tale struttura di gestione.

 

Inoltre, l’Osservatorio Aub segnala come un problema il fatto che molti consigli d’amministrazione delle imprese familiari sono chiusi al contributo di persone esterne alla famiglia. Diverse ricerche indicano che la presenza di consiglieri indipendenti favorisce una maggiore diversità nella gestione aziendale e, di conseguenza, migliora la qualità delle decisioni aziendali. Escludendo il “modello amministratore unico” e considerando le imprese con un consiglio aperto a membri esterni alla famiglia, la percentuale di aziende con questa caratteristica aumenta dal 35,1% tra le imprese con ricavi tra 20 e 50 milioni di euro al 73,6% tra quelle con un fatturato superiore a 250 milioni di euro.

 

Troppo pochi i dirigenti non familiari

 

Un altro problema evidenziato dall’Osservatorio Aub è la scarsa presenza di dirigenti non familiari in posizioni chiave delle imprese familiari. Dirigenti esterni alla famiglia sono presenti solo nel 16,3% delle aziende con ricavi tra 20 e 50 milioni di euro, ma questa percentuale aumenta al 40,5% nelle aziende con ricavi superiori a 250 milioni di euro.

 

Questi dati elaborati dall’Osservatorio Aub suggeriscono che le aziende familiari di maggiori dimensioni tendono ad avere modelli di governance più avanzati, con una maggiore apertura dei consigli d’amministrazione alle competenze esterne. Non è possibile confermare una relazione causale tra modelli di governo aziendale e crescita dell’impresa, ma sembra che le aziende più grandi tendano a implementare modelli di governance più sofisticati, mentre molte aziende più piccole potrebbero trarre vantaggio dall’adozione di tali modelli per favorire la crescita.