Sono stati stanziati 400 milioni di euro per finanziare la transizione 4.0 delle imprese del Mezzogiorno.
L’iniziativa rientra nel panorama del piano di agevolazioni ed incentivi destinati alle micro, piccole e medie imprese. Il piano è stato attivato con il Decreto direttoriale del 29 agosto 2023, emanato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) e si configura come una nuova opportunità di rilievo per il progresso tecnologico e sostenibile delle imprese che operano nel Mezzogiorno. Sono stati inoltre definiti i termini e le modalità di presentazione delle domande di ammissione alle agevolazioni previste dal Decreto ministeriale del 15 maggio 2023, noto come “Investimenti sostenibili 4.0 – PN RIC 2021-2027“.
La nuova misura rappresenta un’importante opportunità di sviluppo competitivo per le PMI del Mezzogiorno, con l’obiettivo finale di promuovere programmi di investimento che rispettino i principi di tutela ambientale e che abbiano come obiettivo un elevato contenuto tecnologico. Il piano intende infatti facilitare la realizzazione dei processi di Transizione 4.0 delle PMI che operano nelle Regioni meno sviluppate del Sud Italia (Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna) mediante l’incentivazione di investimenti imprenditoriali innovativi e sostenibili, con ampio ricorso alle tecnologie digitali e al paradigma di economia circolare.
Chi può partecipare
Le agevolazioni sono destinate alle PMI che, alla data di presentazione delle domande dovranno:
- essere regolarmente costituite, iscritte e «attive» nel registro delle imprese;
- essere nel pieno e libero esercizio dei propri diritti, non essere in liquidazione volontaria e non essere sottoposte a procedure concorsuali;
- non essere già in difficoltà al 31 dicembre 2019, fatte salve le deroghe previste per le microimprese e piccole imprese dalla disciplina in materia di aiuti di riferimento;
- trovarsi in regime di contabilità ordinaria e disporre di almeno due bilanci approvati e depositati presso il registro delle imprese;
- ovvero aver presentato, nel caso di imprese individuali e società di persone, almeno due dichiarazioni dei redditi;
- essere in regola con le disposizioni vigenti in materia di normativa edilizia e urbanistica, del lavoro, della prevenzione degli infortuni e della salvaguardia dell’ambiente ed essere in regola in relazione agli obblighi contributivi;
- aver restituito somme dovute a seguito di provvedimenti di revoca di agevolazioni concesse dal Ministero;
- non aver effettuato, nei due anni precedenti la presentazione della domanda, una delocalizzazione verso l’unità produttiva oggetto dell’investimento;
- non trovarsi in una delle situazioni di esclusione previste dall’art. 5, comma 2, del DM 15 maggio 2023.
Lo stanziamento previsto dal MIMIT
L’ammontare totale delle risorse messe a disposizione dalla misura è pari a 400 milioni di euro, di cui il 25% resta riservato esclusivamente ai programmi proposti dalle micro e piccole imprese. Questa suddivisione mira a fornire e tutelare un sostegno sostanziale anche alle realtà imprenditoriali di dimensioni più contenute, rafforzando così l’attenzione verso le piccole imprese. I progetti e i programmi di investimento, come riportato nel Decreto, devono rispettare determinati requisiti, tra cui:
- Impiego di tecnologie abilitanti del piano Transizione 4.0, con spese in questo settore preponderanti rispetto ai costi totali ammissibili del programma.
- Mirare all’ampliamento della capacità produttiva, alla diversificazione della produzione o al cambiamento fondamentale dei processi produttivi.
- Devono essere realizzati nelle Regioni meno sviluppate del Mezzogiorno.
- Le spese ammissibili devono essere comprese tra 750.000 euro e 5.000.000 euro o al 70% del fatturato dell’ultimo bilancio approvato e depositato.
- Devono essere avviati successivamente alla presentazione della domanda.
- Devono essere completati entro diciotto mesi dalla data di concessione delle agevolazioni.
Per i programmi di investimento caratterizzati da un alto grado di sostenibilità, sono previsti ulteriori criteri di valutazione che consentono alle imprese proponenti di ottenere punteggi aggiuntivi nella valutazione delle domande di accesso alle agevolazioni, con il fine di incentivare le imprese a integrare considerazioni ambientali nei loro progetti. Le spese ammissibili sono quelle strettamente funzionali alla realizzazione dei programmi di investimento (articolo 6 del decreto ministeriale 15 maggio 2023), che riguardino:
- macchinari, impianti e attrezzature;
- opere murarie (massimo il 40% del totale dei costi ammissibili);
- programmi informatici e licenze correlati all’utilizzo dei beni materiali;
- acquisizione di certificazioni ambientali.
Come verranno erogate le agevolazioni
Le agevolazioni verranno erogate sotto forma di contributo in conto impianti e finanziamento agevolato, coprendo una percentuale nominale massima delle spese ammissibili pari al 75%. Tuttavia, in base alla dimensione e tipologia di impresa, le agevolazioni saranno erogate in modalità differenti, ovvero:
- Per le micro e piccole imprese, il 50% delle spese ammissibili è coperto come contributo in conto impianti e il 25% come finanziamento agevolato.
- Per le imprese di media dimensione, il 40% delle spese ammissibili è coperto come contributo in conto impianti e il 35% come finanziamento agevolato.
Fondamentale per rispettare i criteri stabiliti per la presentazione delle domande il doppio passaggio: a partire dal 20 settembre 2023 alle ore 10:00, le imprese interessate potranno avviare la compilazione delle domande di accesso alle agevolazioni. Tuttavia, la data cruciale è il 18 ottobre 2023 alle ore 10:00, momento in cui sarà possibile inviare ufficialmente le domande. Le istanze devono essere presentate esclusivamente per via telematica. Questo processo avviene attraverso una procedura informatica accessibile nell’apposita sezione “Investimenti sostenibili 4.0 – PN RIC 2021-2027” sul sito web di Invitalia. Ciascuna impresa può sfruttare le agevolazioni previste un’unica volta tramite la domanda di agevolazione. Tuttavia, in caso dovesse essere respinta dopo l’istruttoria, resta possibile presentare nuovamente domanda, entro i tempi previsti.